• Pubblicata il
  • Autore: Akiba
  • Pubblicata il
  • Autore: Akiba

L'inizio di tutto - Catania Trasgressiva

Fino all'età di 21 anni il mio personale rapporto con le donne era stato limitato a sporadiche chiacchierate e tonnellate di fantasie erotiche. Forse per timidezza, forse per la mancanza di quella naturale predisposizione alla "caccia", non ero mai stato, fino a quell'età, un conquistatore: al massimo un paio di baci rubati qua e là, per il resto nisba.
Sta di fatto che prima o poi arriva il momento per tutti di cambiare, di avere una diversa apertura mentale nei confronti dell'altro sesso. Mi rendevo conto di essere cambiato, di poter finalmente fare il salto di qualità, ma la mia inesperienza "sul campo" era per me un peso insopportabile.
In mio aiuto corse un caro amico, Simone, che al contrario di me aveva a disposizione una buona quantità di manze: Simone giocava a calcio e tra i suoi compagni di squadra girava il numero di una certa Alessia, all'epoca 38enne, moglie insoddisfatta ed irrequieta, che sfogava le sue voglie con baldi e prestanti giovanotti. Il mio amico l'aveva conosciuta "approfonditamente" già diverse volte e, sapendo che lei era ben disposta ad incontrare chiunque, mi pregò di chiamarla: avrei finalmento fatto la tanto agognata scopata...
Lo ammetto, non fui colto da quei sensi di colpa che spesso la gente ha quando si tratta della prima volta. Magari qualcuno potrebbe pensare che la prima volta sarebbe dovuta essere con una persona importante, qualcuno per cui si provi un sentimento e bla bla bla, ma io, onestamente, evitai tutta questa trafila di pippe mentali e, senza indugio, le telefonai.
Avevo il cuore in gola, mi pulsavano le tempie e la temperatura corporea aveva raggiunto come minimo i 39°... Quando mi rispose le spiegai chi fossi e come mai avessi il suo numero: ero straconvinto di ricevere un "vaffa", invece con una vocina molto gentile mi disse che era felice di conoscere un nuovo ragazzo e che, data la mia amicizia con Simone, non aveva il benché minimo problema ad incontrarmi. Non immaginereste mai il mio stato d'animo alla fine della conversazione, non credevo alle mie orecchie! Ci accordammo per un giorno preciso, lei conosceva il mio paese e mi diede appuntamento in un posto preciso, di mattina, dicendomi che poi l'avrei dovuta portare da qualche altra parte in campagna per "appartarci".
Ma le cose più desiderate amano farsi desiderare ancora di più e infatti, a causa di improvvisi impegni prima suoi e poi miei, fummo costretti a rimandare più volte il fatidico incontro. Arrivammo a febbraio (anno 2002) e finalmente trovammo un giorno libero.
Voi non ci crederete, ma quel fatidico giorno, al mio risveglio, trovai 15 cm di neve: ormai scoraggiato iniziai un rosario di peccati che avrebbe fatto impallidire un turco, ma la tipa, a sorpresa, mi telefonò dicendo che aveva le gomme termiche e che poteva raggiungermi.
All'ora e sul luogo indicatomi mi presentai con 15 minuti di anticipo (eheh sfido io a starsene calmi e tranquilli in una situazione del genere): finalmente lei arriva, parcheggia e scende. Vado a salutarla, sapevo come era dalla descrizione di Simone, ma vista dal vivo mi sorprese positivamente ancora di più.
Per carità, non era una dea, ma davanti ai miei occhi c'era una bella 38enne, alta 1,65, magra, con una terza scarsa di seno, capelli neri, lunghi fino al collo e ricci, occhi scuri contornati da occhiali, che la facevano assomigliare ad una maestrina. Le diedi un bacio sulle guance, profumava di buono e mi disse che era già di buon umore perché le piacevano molto i ragazzi alti e nè troppo magri nè grassi.
Salì in auto e raggiungemmo il piazzale di un'area picnic: anche se potrebbe sembrare assurdo che alle 11 di mattina avessi scelto un simile luogo pubblico per starmene con lei, la neve copiosa che era caduta quella notte avrebbe fatto desistere chiunque dal venire a farci visita. E poi, ditemi voi, chi andrebbe mai in un'area picnic in un giorno lavorativo alle 11???
Durante il viaggio mi raccontò che era una casalinga, che andava molto in giro (chissà a fare cosa eheh) e che per mezzogiorno dovevo riportarla a riprendere l'auto perché poi doveva ritornare al suo paese a prendere la figlia che usciva da scuola.
Non feci in tempo a fermare l'auto che lei scese e rientrò dai sedili posteriori. La seguì ed iniziò a baciarmi e a spogliarmi: ero eccitatissimo, ma al tempo stesso ero calmo e rilassato. Non avevo frenesia addosso e dato che avevo "staccato" il cervello, le mie azioni avevano un non so ché di automatico.
Appena lei fu totalmente nuda, non ci pensai due volte e feci ciò che avevo sognato da una vita di fare ad una donna: le leccai la fica.
Aveva una fica profumata, depilata sulle grandi labbra, che erano leggermente pendule (eheh) con una striscetta di peli ricci sul pube: non ne avevo mai assaggiata una e il suo sapore, fin da subito, mi sembrò una cosa meravigliosa.
Avevo quel sesso in bocca e non lo mollavo: lei si accorse della mia avidità e ne rimase colpita, dicendomi che nessuna delle persone che aveva incontrato fino a quel momento era stata così vorace nel cunnilinguus ("col cazzo che gliela lecco a quella, con tutti i cazzi che ci prende" fu il commento di Simone in proposito, ma a me non importava, dato che leccarla era il mio pallino da sempre). Non volevo smettere, anche perché la mia prima volta dovevo godermela al massimo: esplorai con la lingua ogni millimetro quadrato di quella stupenda fica, la leccai copiosamente, imbevendola di saliva ed inghiottendo i suoi umori senza ribrezzo alcuno. Lei ansimava (non ci credo nemmeno se me lo avesse detto in ginocchio che un ragazzo totalmente inesperto come me l'avesse fatta godere sul serio, ma chi se ne frega eheh) e con una mano mi accarezzava i capelli. Ero totalmente assorbito da quell'azione, il suo bacino molto piccolo era accarezzato dalle mie grandi mani, che lo circondavano, come una coppa contiene del vino: la tipa aveva anche una pelle molto abbronzata, anche se eravamo in febbraio, perché amava farsi le lampade.
A forza di leccare e dato che lei aveva sollevato le gambe e le aveva puntellate sul soffitto della mia auto, iniziai a scendere, leccandole prima il perineo e poi l'ano. Rendermi conto che le stessi leccando il buchetto dietro mi fece venire un cazzo durissimo e per la prima volta lei emise un gemito, misto di piacere e sorpresa. Mi faceva impazzire anche il suo culo, con la lingua lo accarezzai infinite volte, lo penetrai, insomma stavo leccando il buco del culo come il più esperto dei pornoattori, mentre col naso sfregavo su quel particolare punto in cui la fica si incontra col perineo.
Dopo un po' lei mi disse che se saremmo restati ancora in quella posizione, poi non avremmo avuto tempo per il resto, così mi sedetti, e mi infilai il preservativo per consentirle di cavalcarmi. Appena il mio cazzo fu dentro, tra me e me dissi "ecco, da adesso in poi non sei più vergine".
Aveva la fica bagnatissima, soprattutto per la copiosa presenza della mia saliva e si divertiva un casino a saltellare sopra a quel cazzo dritto e duro. Rispetto a me era uno scricciolo e la cosa eccitava entrambi. Con mia grande sorpresa (e la cosa è diventata, col tempo, la mia caratteristica principale) non venni. Era la prima volta, ma non ci furono spruzzate improvvise e rapide: il mio cazzo reggeva bene la ginnastica e io realizzai, a ragione, che il motivo era che in quella posizione era lei a dare il ritmo, ma poiché era più lento di quello che davo io al mio cazzo con le seghe, non riusciva a mettermi nelle condizioni di venire. Ovviamente la cosa non le dispiacque, ma dato che le 11,30 erano passate da un po', scese dalla cavalcatura e prese a succhiarmelo (purtroppo col preservativo). Poi tolse il cappuccio e mi segò per un po', fino a quando non sborrai copiosamente un fiotto bianco e caldo. Sul mio viso si stampò un sorriso da ebete idiota: lei mi sollecitò che era tardi e mi rivestii in fretta, per poi riportarla all'auto.
Questa fu la prima di una lunga (grazie al cielo) serie di scopate, ovviamente fatte anche con altre donzelle.
L'esperienza mi "stappò", nel senso che spazzò via il tappo che mi impediva di prendere sicurezza con l'altro sesso.
Concludo dicendo che la tipa fu scopata altre volte quell'anno, poi cambiò numero e non la risentii mai più. Simone mi disse che lei faceva così una volta l'anno, quando il suo numero ormai era talmente sparso in giro da ritenere doveroso un "reset" generale. Ovviamente in poco tempo la tipa si rifaceva una ricca mandria di tori da monta e Simone, in un modo o nell'altro, riusciva sempre a procurarsi il numero nuovo. Io personalmente, dopo essermela spassata con lei per tutta l'estate 2002, non presi mai i nuovi numeri, dato che ormai con le donne avevo "ingranato": decisi così, forse potrei anche passarci da stupido, ma credo di aver fatto la scelta giusta.

Vota la storia:




Iscriviti alla Newsletter del Sexy Shop e ricevi subito il 15% di sconto sul tuo primo acquisto


Iscrivendoti alla newsletter acconsenti al trattamento dei dati personali come previsto dall'informativa sulla privacy. Per ulteriori informazioni, cliccando qui!

Non ci sono commenti

Per commentare registrati o effettua il login

Accedi
Registrati